elemento centrale e discriminante, con formazione del personale, in primis dei collaboratori scolastici, finalmente valorizzati e incentivati in questo loro prezioso ruolo; per non parlare degli investimenti che forse, per la prima volta, il Governo ha destinato in misura significativa a questa “voce” del bilancio, troppo spesso trascurata. Anche tra i Dirigenti Scolastici è cresciuto l’interesse per le problematiche legate all’igiene, inquadrata in termini di sicurezza e prevenzione per la salute degli alunni e del personale. Basti pensare che l’attenzione per il rischio di contagio delle particelle contenenti il virus - peraltro rivelatosi comunque contenuto sulla base di numerosi studi scientifici - nell’aria indoor, ha acceso la curiosità e l’attenzione di molti dirigenti scolastici sulle problematiche connesse alla ventilazione, al ricambio e alla qualità dell’aria nelle scuole: un'attenzione sollecitata anche da tre Decreti Legge e indicazioni strategiche emanate lo scorso anno, che temiamo rischino di rimanere disattesi. Ciò che, a nostro avviso più conta, è che sia cambiato sostanzialmente il clima, l’approccio stesso alla tematica, a lungo trascurata, dell’enorme importanza della pulizia nella scuola, di quegli edifici scolastici nei quali i nostri figli e nipoti trascorrono ore cruciali, spesso gran parte del tempo delle loro giornate di vita. Come accettare che non siano pensate, pianificate e attuate tutte le procedure e siano messe in campo le massime risorse economiche ed umane per far sì che questi ambienti siano igienicamente protetti e salubri?
indirizzate a bloccare non solo l’avanzata del contagio da Covid, ma anche di altre possibili malattie. La corretta disinfezione dei luoghi scolastici parte da una completa pulizia di ambienti ed elementi d’arredo con acqua e detergenti comuni, ma prevede anche la decontaminazione tramite ipoclorito di sodio allo 0,1% o etanolo al 70%, dopo la pulizia con un detergente neutro. Inoltre, durante le operazioni di pulizia con prodotti chimici, è di fondamentale importanza assicurare la ventilazione costante e accurata di tutti gli ambienti che compongono la struttura scolastica.La guida INAILLa guida dell’INAIL, rappresenta, a nostro avviso, una “guida sicura” da seguire costantemente, un vademecum su come vanno effettuati gli interventi di pulizia. Intitolata: “Gestione delle operazioni di pulizia, disinfezione e sanificazione nelle strutture scolastiche”, rappresenta un prezioso punto di riferimento per docenti e personale ATA che comprende istruzioni obbligatorie, suggerimenti e indispensabili consigli per la pulizia della scuola. Un primo suggerimento è quello di prestare sempre una particolare attenzione alle zone utilizzate da tante persone: qui è assolutamente necessario effettuare una pulizia più profonda e una disinfezione perfetta, per minimizzare il rischio di diffusione di batteri, polveri, virus e altri agenti patogeni, consentendo lo svolgimento di tutte le attività in sicurezza. Un’altra indicazione, - se vogliamo legata al buon senso - ma mai detta abbastanza, è quella di impiegare strumenti e procedure che non consentano il sollevamento di pulviscolo, destinato inesorabilmente a depositarsi su superfici e pavimenti, ma anche su operatori addetti alle pulizie e altre persone. Le scuole, perciò, dovrebbero ricorrere a una pulizia con aspirapolveri dotati di filtri ad alta efficienza, riducendo anche la possibilità di rilasciare allergeni nell’aria, provocando allergie, asma o problemi respiratori in genere. Per quanto riguarda gli interventi di disinfestazione, volti ad eliminare parassiti o ratti, è preferibile svolgere questo tipo di pulizia invasiva nei periodi di assenza di docenti, alunni e personale. Riflettendo su queste linee guida, come abbiamo detto, di grande rilievo, sorgono due domande. La prima è come mai pochi istituti scolastici investano sulla pulizia meccanizzata, acquistando e dotando i collaboratori scolastici di aspirapolveri, aspiraliquidi, monospazzole e lavasciuga pavimenti, per una più funzionale ed efficace igienizzazione delle superfici. La seconda riguarda proprio la qualità degli interventi di pulizia, che richiedono personale adeguatamente e costantemente formato, aspetto ancora non adeguatamente sviluppato, anche con specifiche forme di aggiornamento, in particolare sull’uso dei prodotti chimici.