lavorazione di carni nei macelli, conservazione del pesce, formaggi (caseifici), bevande (impianti di produzione), allevamento (porcilaie, pollai, impianti di mungitura, ecc.). Un altro privilegiato contesto d’impiego è rappresentato dal settore della ristorazione, con alberghi, mense, ristoranti e strutture ricettive con grandi cucine. Ma, come ben sappiamo, queste produzioni si rivelano assai preziose e indispensabili anche in altri contesti, quali: sanità ed accoglienza, specie nei locali ad elevato traffico di persone come case di cura, case di riposo RSA ospedali e terme; centri sportivi, lavanderie industriali, officine e industrie meccaniche, industria tessile per il lavaggio e la lavorazione di tessuti, tendaggi, cuoio.
diminuzione del costo delle materie prime. Certo, sarebbe la prima volta che, a fronte di un contesto così inedito, i costi verrebbero almeno in parte incorporati grazie ad una sorta di equilibrio. La tempesta iniziata nel 2021, che ha visto gli sproporzionati rincari del costo delle materie prime ha trovato il suo acme a cavallo dei mesi di aprile e luglio del 2022, investendo in modo pesante soprattutto la plastica, la materia prima che forse riveste il ruolo più prezioso per i produttori del settore: basti pensare ai flaconi, alle taniche, alle bottiglie destinate a contenere i prodotti detergenti, igienizzanti e sanificanti. Anche il prezzo della plastica, sembra comunque in leggera discesa, il che rappresenta un altro dato confortante. Sulle macchine, vanno senz’altro registrati ulteriori, preoccupanti aumenti di listino a inizio 2022, ma – in questo caso – i problemi sono di altro tipo, riguardando le parti e la componentistica acquistata sul mercato cinese, in quanto la mancanza di parti di ricambio, ovviamente, è destinata a incidere non poco sui prezzi con aumenti intorno al 5%. E poi, guardando al presente, c’è da fare i conti con l’inflazione.In media, nel 2022 i prezzi al consumo hanno registrato una crescita pari a +8,1% (+1,9% nel 2021). Al netto degli energetici e degli alimentari freschi (l'inflazione di fondo), i prezzi al consumo sono cresciuti del 3,8% (+0,8% nell'anno precedente) e al netto dei soli energetici del 4,1% (+0,8% nel 2021). A tale riguardo le previsioni econometriche di vari istituti ed enti specializzati in stime a breve e medio termine non inducono certamente all’ottimismo. Nel 2023 il pieno impatto economico degli aumenti dei prezzi – e la crisi energetica che ne è in gran parte responsabile – si farà sentire in tutta Europa. Una recessione sta arrivando, seguita da una ripresa dolorosamente lenta. Sebbene l’Europa abbia aumentato la sua capacità di importare gas naturale liquefatto (Gnl) dopo che la Russia ha tagliato le vendite, le forniture globali di Gnl non aumenteranno di molto nel 2023, nonostante il price cap definito in sede europea e che avrà comunque un effetto calmierante. Ciò significa che l’energia rimarrà costosa e manterrà alti i prezzi in tutto il resto dell’economia. I consumatori e le imprese duramente colpiti inizieranno a trattenersi, frenando sia la spesa che gli investimenti. La carenza di lavoratori in Europa peggiorerà, il che danneggerà le imprese ma manterrà bassa la disoccupazione. Ma a differenza delle crisi precedenti, l’economia globale non verrà in soccorso dell’Europa. Solo una volta che i prezzi dell’energia saranno scesi e l’inflazione in America sarà stata contenuta, la crescita globale sarà in grado di sostenere la ripresa dell’Europa. Questo arriverà, ma non accadrà - purtroppo - nel 2023. Resta il fatto che gli aumenti del costo delle materie prime - come dicevamo - sono stati incorporati dalle aziende - sia pure in ritardo - nel corso del 2022, per cui si presume che i produttori nell’anno in corso non dovrebbero registrare forti diminuzioni negli utili, e che i livelli dei volumi potrebbero restare stabili, sia pure in flessione rispetto agli anni migliori. I fatturati nel corso del 2022 hanno visto un sostanziale segno positivo, dovuto naturalmente all’incremento dei prezzi, non a quello della produzione. Un altro aspetto da evidenziare è che la domanda derivante dall’Ho.Re.Ca., legata al turismo, che costituisce un aspetto primario della nostra economia, è cresciuta, grazie ad un ottimo afflusso di turisti registrato dal nostro Paese durante la stagione estiva. Per quanto riguarda la catena della distribuzione, tutti concordano sulla circostanza che gli ultimi tre mesi del 2022 non hanno fatto registrare la consueta brillantezza nelle vendite dei prodotti. A rendere meno a tinte fosche il 2023 incidono le prospettive legate all’attuazione del PNRR, con segnali di fiducia legati specialmente al comparto pubblico: siamo convinti che buona parte del business legato al cleaning professionale nel settore pubblico - sia sanitario che civile - sarà connesso all’attuazione dei CAM, quei Criteri Ambientali Minimi che dovrebbero costituire il “sale” negli appalti erogati dalla PA.Maurizio Pedrini