 
                         l’illuminazione e 6 tigli (Tilia chordata) in ottima salute con un’altezza superiore ai 15 m, collocati a pianta triangolare in modo da creare un’area ben ombreggiata e molto frequentata. Vi sono anche alcuni piccoli olmi piuttosto piccoli (altezza fra i 3 e i 4 m), venduti e messi a dimora come bagolari (Celtis australis); se così fosse alla potatura si potrebbero ricavare degli splendidi archi. I bagolari e i tassi (Taxus bacata) furono le essenze legnose con cui l’antica Royal Navy realizzava i suoi archi di arrembaggio. Oltre il confine vi sono delle villette.
 l’illuminazione e 6 tigli (Tilia chordata) in ottima salute con un’altezza superiore ai 15 m, collocati a pianta triangolare in modo da creare un’area ben ombreggiata e molto frequentata. Vi sono anche alcuni piccoli olmi piuttosto piccoli (altezza fra i 3 e i 4 m), venduti e messi a dimora come bagolari (Celtis australis); se così fosse alla potatura si potrebbero ricavare degli splendidi archi. I bagolari e i tassi (Taxus bacata) furono le essenze legnose con cui l’antica Royal Navy realizzava i suoi archi di arrembaggio. Oltre il confine vi sono delle villette. di micro-gocce di diametri variabili in funzione della necessità operativa). Per affrontare i possibili allarmismi è necessaria una premessa: direi che dovremmo distinguere fra la professionalità (sempre prudente) e grida di allarme “preconcette”. Mi rifaccio alle “bugiardine” dei medicinali che sempre riportano, fra le altre indicazioni, il capitolo “effetti indesiderati” il che li rende comunque utili se utilizzati nel giusto modo. È anche vero che navigando si trovano notizie catastrofiche sull’utilizzo di qual si voglia principio attivo. La mia tesi non si basa sull’assunto “in media stat virtus” (sia per scelta del farmaco, del tipo di somministrazione e nei tempi e durata della cura). Ogni tesi ha diritto di essere espressa, ma un poco di autocritica e rigore metodologico non guasterebbe. Fatta questa premessa, nel contesto analizzato la scelta di utilizzare un atomizzatore elettrico, silenzioso, di piccola dimensione e in grado di non creare derive indesiderate ha raggiunto l’obiettivo. Tutto si è svolto senza clamori inutili, senza proteste, fatte salve quelle delle zanzare.Non ci resta che riassumere il dove come e quando:Numero degli operatori: 2 (un PCO e un addetto alla manutenzione del verde al centro sportivo). Supervisione: il già citato sig. Beppe. N° di ore stimate: 4. Velocità media di avanzamento: ≈ 2 km/h. Tempo di esecuzione del primo trattamento: 6 h; Tempo di esecuzione a regime: 3 – 4 h. Concentrazione d’uso: 1%; Dosaggio unitario medio su vegetazione: 20 ml/m² (fra il basso e medio volume = 200 l/ha); Ø medio apparente: 40 – 50 µm; h di erogazione su piante di alto fusto: ≈ 4 m; dosaggio unitario medio spaziale: 1 p.p.m.; h di erogazione: ≈ 4 m; Ø medio apparente: ≈ 20 µm.Risultati e ipotesi futuribiliI primi risultati sono stati ritenuti soddisfacenti dal punto di vista tecnico mentre dal punto di vista economico troppo elevati (sia pure giustificati dall’emergenza). Trattative in tal senso sono state messe a calendario per il prossimo novembre comprensive delle disdette formali dei contratti in essere per mettere in atto le rinegoziazioni in un clima privo di urgenze.
di micro-gocce di diametri variabili in funzione della necessità operativa). Per affrontare i possibili allarmismi è necessaria una premessa: direi che dovremmo distinguere fra la professionalità (sempre prudente) e grida di allarme “preconcette”. Mi rifaccio alle “bugiardine” dei medicinali che sempre riportano, fra le altre indicazioni, il capitolo “effetti indesiderati” il che li rende comunque utili se utilizzati nel giusto modo. È anche vero che navigando si trovano notizie catastrofiche sull’utilizzo di qual si voglia principio attivo. La mia tesi non si basa sull’assunto “in media stat virtus” (sia per scelta del farmaco, del tipo di somministrazione e nei tempi e durata della cura). Ogni tesi ha diritto di essere espressa, ma un poco di autocritica e rigore metodologico non guasterebbe. Fatta questa premessa, nel contesto analizzato la scelta di utilizzare un atomizzatore elettrico, silenzioso, di piccola dimensione e in grado di non creare derive indesiderate ha raggiunto l’obiettivo. Tutto si è svolto senza clamori inutili, senza proteste, fatte salve quelle delle zanzare.Non ci resta che riassumere il dove come e quando:Numero degli operatori: 2 (un PCO e un addetto alla manutenzione del verde al centro sportivo). Supervisione: il già citato sig. Beppe. N° di ore stimate: 4. Velocità media di avanzamento: ≈ 2 km/h. Tempo di esecuzione del primo trattamento: 6 h; Tempo di esecuzione a regime: 3 – 4 h. Concentrazione d’uso: 1%; Dosaggio unitario medio su vegetazione: 20 ml/m² (fra il basso e medio volume = 200 l/ha); Ø medio apparente: 40 – 50 µm; h di erogazione su piante di alto fusto: ≈ 4 m; dosaggio unitario medio spaziale: 1 p.p.m.; h di erogazione: ≈ 4 m; Ø medio apparente: ≈ 20 µm.Risultati e ipotesi futuribiliI primi risultati sono stati ritenuti soddisfacenti dal punto di vista tecnico mentre dal punto di vista economico troppo elevati (sia pure giustificati dall’emergenza). Trattative in tal senso sono state messe a calendario per il prossimo novembre comprensive delle disdette formali dei contratti in essere per mettere in atto le rinegoziazioni in un clima privo di urgenze. 
                                    